Industria 4.0 [seconda parte]

Il cambiamento delle aliquote nel 2023

A partire dal 2023 sono stati ridotti sensibilmente i benefici e, nel caso del credito d’imposta per la Formazione 4.0, sono stati azzerati. In sostanza, per i beni materiali 4.0 si è passati dall’aliquota del 40% al 20% (fino a 2,5 milioni di euro). Per i beni immateriali 4.0, dal 20% al 10% (per gli importi compresi tra i 2,5 a 10 milioni di euro) e dal 10% al 5% (per gli importi tra 10 a 20 milioni di euro).

La legge di Bilancio 2023 è intervenuta solo per posticipare da giugno a settembre la scadenza per la consegna dei beni materiali 4.0, a patto che gli ordini effettuati entro il 31 dicembre 2022 siano stati confermati con il versamento di un acconto pari ad almeno al 20%. La scadenza, poi, è stata ulteriormente posticipata al 31 dicembre 2023 dal decreto Milleproroghe convertito nella Legge 24 febbraio 2023, n. 14.

In ogni caso, la partita delle aliquote non è ancora chiusa. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si è pronunciato in più di una occasione per riportarle al livello precedente, ma per farlo bisognerà attingere alle risorse del PNRR.

Tecnologie abilitanti dell’industria 4.0

Progressi tecnologici e produttività industriale hanno avuto sempre un profondo legame, e non potrebbe essere diversamente oggi. Le nuove tecnologie stanno modificando in maniera dirompente le nostre abitudini quotidiane, dalla formazione scolastica allo shopping, ma anche il settore il settore produttivo. Tra le molteplici innovazioni dell’ultimo periodo, le tecnologie abilitanti dell’industria 4.0 sono nove, molte delle quali già in uso, ma oggi interconnesse tra loro e per questo in grado di generare un flusso di produzione perfettamente integrato. Nello specifico, le tecnologie sono:

  • Big Data Analytics;
  • Robot autonomi;
  • Sistemi di simulazione come per esempio la simulazione 3D;
  • Integrazione orizzontale e verticale tra tutti i sistemi del processo produttivo;
  • Tecnologia IoT [=qualsiasi oggetto può diventare connesso e comunicante, usando un insieme di tecnologie] applicata ai macchinari;
  • Cybersecurity;
  • Cloud Computing;
  • Realtà Aumentata;
  • Additive Manufacturing,  cioè sistemi di produzione additiva che aumentano l’efficienza dell’uso dei materiali partendo dalla stampa 3D.

A sua volta, l’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano dà una sua classificazione delle tecnologie abilitanti dell’industria 4.0, che individua in sei tipologie, dividendole in due macro-categorie: una più vicina all’IT, della quale fanno parte Internet of Things, Big Data e Cloud Computing; l’altra, più eterogenea e vicina al livello operativo, formata da Advanced automation, Advanced HMI (Human Machine Interface) e Additive Manufacturing.

Industria 4.0, smart fabric o smart manufacturing?

Le soluzioni coinvolte sono quindi tantissime. Organizzarle in maniera armonica e coordinata è una sfida che ha bisogno di competenze diversificate e di vision ampie e lungimiranti. Il denominatore comune? Un’integrazione dei processi e delle procedure che coinvolge tutte le filiere, traghettando così le imprese verso nuovi modelli di sviluppo della produzione e del business, diversificati e complessi.

Gli esperti di Boston Consulting parlano di smart fabric, proponendo una ripartizione dei cluster tecnologici su tre livelli:

  • SMART PRODUCTION: Nuove tecnologie produttive creano interazione tra tutti gli asset legati alla produzione, favorendo la collaborazione tra uomini, macchine e sistemi.
  • SMART SERVICES: Una governance di nuova generazione delle infrastrutture informatiche e tecniche aiuta a gestire e presidiare i sistemi, sfruttando logiche di massima integrazione tra tutti gli attori della supply chain, clienti inclusi. 
  • SMART ENERGY: Nuovi sistemi di alimentazione e un’attenzione al monitoraggio dei consumi energetici che rendono le infrastrutture più performanti, più economiche e più ecologiche. 

L’innovazione tecnologica, infatti, migliora e rende più efficiente da un lato i processi di produzione, dall’altro i processi di gestione.

Il manufacturing nell’era delle smart tecnologies

Gli analisti dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano entrano ancora più nel dettaglio, analizzando tutte le smart technologies del manufacturing. Dal loro punto di vista, smart manufacturing non significa adottare in modo isolato questa o quella tecnologia innovativa, quanto piuttosto mettere a fuoco il meccanismo complessivo attraverso cui la maggiore integrazione delle risorse genera del valore addizionale. Significa, quindi, ridurre le inefficienze, valorizzare la conoscenza e migliorare la capacità di pianificare e reagire.

Ne deriva una schematizzazione dei tre ambiti in cui le tecnologie digitali stanno cambiando modelli e approcci nell’ambito dello smart manufacturing:

  • SMART LIFECYCLE MANAGEMENT: Comprende l’intero processo di sviluppo di ogni nuovo prodotto, includendo la gestione dell’intero suo ciclo di vita.
  • SMART SUPPLY CHAIN: Include la pianificazione dei flussi fisici e finanziari nel sistema logistico-produttivo allargato a tutta la filiera.
  • SMART FACTORY: Abbraccia l’intera governance legata a infrastrutture e servizi, tra cui produzione, logistica interna ed esterna, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto delle normative.

Nel futuro immaginato dallo smart manufacturing, dunque, gli impianti, i lavoratori, i materiali in input e i prodotti finiti saranno dotati di sensori che li identificano e ne rilevano costantemente posizione, stato e attività. A loro volta i dati raccolti saranno analizzati per migliorare la capacità produttiva, l’efficienza, la sicurezza e la continuità operativa. Infine, tutta la fabbrica sarà connessa al resto del sistema logistico-produttivo e ai clienti tramite piattaforme cloud.

 

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